TRE miliardi di anni fa, in una galassia lontana lontana, una serie di lampi di energia ha iniziato il viaggio verso il nostro pianeta. E sabato 26 agosto 2017, tra le 15 e 51 e le 16 e 17 sono stati captati dalle antenne del Green Bank telescope in West Virginia, Stati Uniti, che ora lavora alla ricerca di segnali di vita extraterrestre. Non è la prima volta che vengono captati quelli che vengono definiti “Fast radio burst” (Frb), cioè veloci lampi radio. Ma una ‘sventagliata’ di queste proporzioni, 15 lampi in meno di mezzora, non era mai stata ascoltata e a frequenze mai registrate prima: 7 Gh. Se ci aggiungiamo che sono ancora eventi che rimangono senza una spiegazione ‘naturale’, il mistero è servito e l’immaginazione (anche degli scienziati) corre.

La galassia nana dalla quale sembrano provenire questi segnali era già nota agli scienziati. Da lì erano stati registrati infatti gli unici Frb che si ripetono. Ora, dopo una serie di ben 15 di questi segnali, l’attenzione cresce attorno a questo angolo di universo distante tre miliardi di anni luce.

Origine sconosciuta. Cosa produca questi lampi radio non è ancora chiaro. Le ipotesi chiamano in causa le magnetar, stelle di neutroni dall’intenso campo magnetico, quello che rimane di una Supernova, l’esplosione di una stella molto più grande del Sole alla fine della sua vita.

“Oltre a confermare che la sorgente è di nuovo attiva – spiega Vishal Gajjar, postdoc che lavora al progetto – l’alta risoluzone dei dati che abbiamo ottenuto consentiranno di misurare le proprietà di questi misteriosi lampi con una precisione molto più ampia che in passato”.

L’anomalia di questa sorgente così ‘prolifica’ (sono oltre 150 i lampi osservati da Frb 121102) escluderebbe eventi distruttivi come la collisione tra buchi neri e ha mosso la fantasia dei ricercatori fino all’ipotesi più suggestiva di tutte: che l’origine sia dovuta a una civiltà aliena. Gli stessi autori della scoperta, il Berkeley SETI Research Center che ha analizzato i dati per il progetto Breakthrough listen, richiamano un paper dell’università di Harvard, pubblicato a marzo, secondo il quale non è da escludersi che i potenti lampi siano artificiali, usati come un ‘vento’ che spinge le vele di sonde per viaggi interstellari.

Proprio la stessa tecnologia che la Breakthrough initiatives (il progetto messo in piedi con il denaro del magnate russo Yuri Milner e ‘sposato’ anche da Stephen Hawking e Mark Zuckerberg) vorrebbe usare per arrivare a velocità record su Proxima centauri, spingendo microsonde attaccate vele con potentissimi raggi laser.Aspettando che la scienza trovi spiegazioni più ‘naturali’ oppure le escluda del tutto, il pensiero quindi corre sulle ali della fantascienza, immaginando una civiltà tecnologicamente già così avanzata quando sulla Terra iniziavano a formarsi le prime cellule.